Non posso parlare, non posso difendermi, non posso muovermi.
Sono indifeso dinnanzi a ciò che accade, eppure il mio cuore sente qualsiasi cosa.
Ho un cuore piccolo che già contiene tanto, ma tu non lo potrai mai sapere.
Come mi sarebbe piaciuto aprire gli occhi, vedere il tuo viso, sentire la tua pelle morbida sulle mie labbra.
Mi sarei lasciato cullare tra le tue braccia come una piuma nel mare.
Invece sono qui, anima innocente, ad immaginare come sarebbe potuta essere la mia vita insieme a te.
Ti vedo dal profondo della tua anima, riesco a scorgere la luce dei tuoi occhi, sono bellissimi…
Nella mia mente ti immagino. Dolcemente mi dici: “Amore, dammi la mano”, e tenendomi stretto, attraversiamo la strada. Io vorrei correre, fermarmi a guardare una farfalla poggiata sulle strisce pedonali. Invece tu mi tiri via, mi proteggi e io ti sorrido, anche se non capisco il perché.
Ogni tanto mi accarezzi la nuca per sistemarmi i capelli e se cado per terra, tu sei sempre li, pronta a tirarmi su.
Poi ti vedo, nella cucina della nostra casa, mentre mi prepari qualcosa da mangiare. Ma io non ho fame e allora tu, cominci a fare le boccacce con il viso, a fare l’aeroplano con il cucchiaio o il lupo cattivo. Come sei buffa!
La sera mi prendi tra le tue braccia e mi porti nel salone. Scegli una videocassetta di un qualche cartone animato, ti siedi accanto a me, e insieme guardiamo la televisione.
Ma io sono piccolo, e mi addormento su di te.
Tu aspetti un po’, poi piano piano mi porti nel mio lettino, mi rimbocchi le coperte e mi dai un bacino sulla fronte.
Ma io mi sveglio durante la notte e ti chiamo. Tu sei subito da me. Cominci a raccontarmi favole di pirati, uomini volanti, principesse e fate.
Io ti guardo mentre parli, come sei tenera, come sei paziente!
Sento che per te io sono la cosa più importante del mondo e tu lo sei per me.
Con che cura mi sistemi il golfino la mattina e con che amore mi prepari la merendina per la scuola.
Lo sai è bellissimo immaginarti che mi aspetti alla fermata dello scuolabus. E io non vedo l’ora di scendere per poterti raccontare che a scuola ho imparato l’alfabeto.
Appena arriviamo a casa prendo un foglio e ti scrivo tutte le lettere. Tu mi guardi orgogliosa, prendi la mia manina nella tua, e mi insegni a scrivere il mio nome.
Poi col passare del tempo imparo a scrivere bene, allora comincio a farti i disegni scrivendoci accanto con un pennarello rosso: “Mamma sei bellissima, mamma sei unica, mamma ti voglio bene”.
E tu sei così contenta del tuo bambino!
Tu, così forte ma così fragile, che mi saluti con le lacrime agli occhi quando parto per un po’ di giorni per la mia prima gita scolastica in un’altra città. Come sei dolce!
E come sarai un po’ gelosa della donna che sposerò. Non ti preoccupare, tu sarai sempre la prima donna nel mio cuore.
Ma purtroppo, non saprò mai il nome che mi avresti dato né le favole che mi avresti raccontato.
Sono qui, nella tua pancia e sento che tu non mi vuoi. Vorrei piangere, scalciare, farti sentire che voglio restare con te. Ma non ci riesco, le mie lacrime non si sono ancora formate, nemmeno le mie braccia e le mie gambe.
Mamma perché mi stai per uccidere?
Io vorrei aprire gli occhi e sentire il sapore del tuo profumo, non mi buttare via!
……Ah! Sento che il mare intorno a me è in tempesta! Sento un pizzico di dolore…Che succede? Mamma perché non sei qui a dirmi che è solo un incubo?
Sento una lama, che cos’è? Vedo del sangue, ho paura! Non ho la voce, non posso urlare! Soffoco, soffoco, soffoco!
Ora vedo una luce…Sto nascendo?
No, non respiro più, sto morendo…Mamma perché mi hai ucciso?
Ma io ti perdono e, mentre abbandono ancora deforme il tuo corpo, ti dico soltanto che ti avrei voluto bene…
