Tutti hanno un paio di ali ma solo chi sogna impara a volare.

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My Spirit of Fairy


Carezze di fiati sulle guance, petali di rosa sulle mie labbra...
Carezze di fiati sulle guance, petali di rosa sulle mie labbra...
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domenica 28 settembre 2008

Ho imparato!!!!!!!!

Ho imparato...
che nessuno è perfetto.
Finché non ti innamori.

Ho imparato...
che le opportunità non vanno mai perse.
Quelle che lasci andare tu...
le prende qualcun altro.

Ho imparato...
che quando serbi rancore e amarezza la felicità va da
un'altra parte.

Ho imparato...
Che bisognerebbe sempre usare parole
buone...Perchè
domani forse si dovranno rimangiare.

Ho imparato...
che un sorriso
è un modo economico per migliorare il tuo aspetto.

Ho imparato...
che non posso scegliere come mi sento...
Ma posso sempre farci qualcosa.

Ho imparato...
che tutti vogliono vivere in cima
alla montagna...Ma tutta la felicità e la crescita avvengono mentre la
scali.

Ho imparato...
che bisogna godersi il viaggio
e non pensare solo alla meta.

Ho imparato...
che è meglio dare consigli solo in due
circostanze...
Quando sono richiesti e quando ne dipende la vita.

Ho imparato..
che meno tempo spreco...
più cose faccio.

Ho imparato... che la vita è dura...
MA IO DI PIU'!

sabato 20 settembre 2008

Prendere o lasciare

...dopo tutta la passione che ci è rimasta addosso
come faccio a sopportare ogni domani, domattina,
e come faccio adesso

dopo tutte le carezze che son rimaste sole
come faccioa sopportare un'altra mano
altri occhi un altro odore

dopo tutta la poesia che mi porta lontano
come faccio a sopportare un'altra donna al posto tuo
ancora mi fa strano

dopo tutto quei silenzi esasperati e stanchi
come faccio anon cercare in ogni storia un po di te
ed ecco che mi manchi

dopo tutte le promesse di rimanere amici
oggi so cosa fa male più di tutto più di te
le cose che non dici

dopo tutte le pazzie oggi mi sento solo
ma come posso allontanare l'illusione
che noi due riprenderemo il volo

e adesso parlo io
vorrei portarti al mare
per dirti tutte quelle cose che non ho saputo mai
dividere e capire

un anno se ne va, ancora qui ad urlare
ma come ho fatto a non capire che oramai non si può più
prendere o lasciare

giovedì 18 settembre 2008

Wucca - Gatti

Il Credo delle Streghe

Ascoltate ora le parole delle streghe,

i segreti che nella notte abbiamo nascosto,

quando lì era il sentiero del destino,

che ora ci porta nella luce al nostro posto.

Misteriosa acqua e misterioso fuoco,

la terra e l’aria in direzioni infinite,

che conosciamo nella loro segreta natura,

da essi bramiamo e prendiamo coraggio e quiete.

Il passare dell’inverno e della primavera,

la nascita e la rinascita di tutta la natura,

noi lo condividiamo con la vita universale,

gioiamo nel magico anello senza paura.



Quattro volte all'anno il grande sabb

ritorna, e le streghe sono viste allora

alla Vigilia di Maggio e all’antico Halloween,

danzando a Lammas e alla Candelora.

Quando giorno e notte sono uguali,

quando il sole è più alto e più basso all’orizzonte,

i quattro Sabba Minori sono celebrati

e di nuovo le streghe si ritrovano contente.

Tredici lune d’argento in un anno

per tredici volte alla Congrega si fa ritorno,

tredici volte all’Esbat siate felici,

per ciascun anno fiorente e un giorno.

Il potere era passato attraverso le ere,

ogni volta attraverso la donna e l’uomo tramandato,

ogni secolo all’altro secolo,

prima che il tempo fosse cominciato.

Quando il magico circolo è disegnato,

dalla spada o dall’athamè di potere,

la sua area tra due mondi giace

nella terra delle ombre per quelle ore.

Questo mondo non ha leggi che tu conosca,

e il mondo dell’Oltre nulla dirà,

i più antichi tra gli dei sono là invocati,

la Grande Opera magica si compirà.

Due sono le magiche colonne,

che alle porte del tempio sono erette,

e due i poteri della natura,

le forme e le forze divine e perfette.

Il buio e la luce in successione,

gli opposti ciascuno all’altro senza tormento,

svelati come un Dio e una Dea,

di questo i nostri avi facevano insegnamento.

Di notte è il selvaggio corridore del vento,

il Dio con le Corna, delle ombre signore,

di giorno Egli è il Re dei boschi,

delle verdi radure l’abitatore.

Lei è giovane o vecchia come le piace,

naviga nella sua barca le nuvole squarciate,

la splendente argentea signora della notte,

la vecchia rugosa che intesse nell’oscurità parole incantate.

Il Signore e la Signora della magia,

nel profondo della mente sembrano dimorare,

immortali e sempre rinnovati,

con il potere di liberare o legare.

Allora brindate con il buon vino degli antichi Dei,

e danzate e fate l’amore con la loro benedizione,

finché la bella terra di Elphane possa accoglierci,

in pace alla fine delle nostre ore.

E fai ciò che vuoi sia la sfida,

così nell’amore che non danneggia nessuno sia compiuto ogni atto,

perché questo è l’unico comandamento,

per la magia degli Antichi, così sia fatto!

Di otto parole la Regola delle Streghe per noi

se non danneggia nessuno fa ciò che vuoi!




Un Gatto in casa e' una gioia, una carezza nei momenti di sconforto, una giornaliera scoperta di un comportamento incomprensibile ed assurdo......un Gatto e' un mistero....il tuo Gatto e' il tuo mistero personale.

I gatti sono curiosi e complessi, addomesticati ma selvaggi, riservati, premurosi, affettuosi o lunatici. Ci appaiono misteriosi ed eleganti, giocherelloni e teneri, dolci micini o feroci cacciatori, compagni dell'uomo da millenni , spesso ispiratori di opere e di stile di vita, ma sempre fieri della propria indipendenza: sono creature superiori, meravigliose, eccezionali, specialmente i nostri.


Nei tempi passati, sorsero in alcuni paesi europei superstizioni di ogni genere relative ai gatti. Nel medioevo questi animali erano associati a ogni sorta di malefici e diavolerie, considerati indivisibili compagni di streghe e fattucchiere, sempre implicati in tutto ciò che sapeva di magia. I gatti neri, che erano ritenuti apportatori di sventura, venivano acciuffati e arsi vivi, talvolta unitamente a coloro che erano ritenuti sospetti di stregoneria. Ancor oggi, è radicata in molti la credenza secondo il cui vedersi attraversare la strada da un gatto nero costituisce segno di cattivo presagio.

Con la sola eccezione del Sud America, della Germania, e degli U.S.A., la figura del gatto nero viene paragonata, nel resto del mondo, come araldo di malasorte e presagio del lato oscuro della realtà.

L'Irlanda è una vera e propria miniera di miti e leggende sui gatti neri dandogli il ruolo di aiutante di taumaturghi, esempio eccellente Muezza, il gatto di Maometto, di cui parleremo nel prossimo capitolo.

I gatti celtici del mito irlandese sono semplici miniature del demone che avanza, venuti a distruggere il mondo umano ed ad oscurare la marea con il sangue del sacrificio.

Contrariamente alla precedente apocalittica visione c'era un tempo in cui i gatti erano venerati in Europa, prima della caccia alle streghe del Medioevo.

Il gatto nero, portatore di magia era rappresentante delle tenebre; ma grazie alla pelliccia che poteva anche assumere il bagliore luminoso del chiaro di luna poteva contare su una duplice identità. Inoltre il nero era un sottoprodotto del fuoco, che per gli antichi era una realtà positiva.Tutti questi aspetti erano, e sono ancora oggi, presenti nel gatto nero e sulle leggende che ne derivano.

Un grande legame esoterico dal punto di vista della mitologia e della religione ha sempre caratterizzato il rapporto tra uomo e gatto. Probabile è il fatto che il gatto prima di essere addomesticato sia stato adorato, infatti nell'antico Egitto era venerata una divinità femminile chiamata Bastet, avente corpo di donna e testa di gatto, simbolo della vita della fecondità e della maturità. In India invece troviamo la dea Sasti, una divinità felina simbolo di fertilità e maternità.

Nell' antico Egitto il gatto era ritenuto animale sacro e divino, infatti, alla loro morte venivano imbalsamati e sepolti con ogni onore. Attraverso l' Egitto il gatto giunse nei paesi arabi dove però l' animale eletto era il cavallo, ben presto però anche il nostro amico felino venne preso in simpatia e la sua fama ben presto eguagliò quella equina.

Un animale così leggendario deve conoscere verità che noi non saremo mai in grado di percepire, infatti, un detto africano dice che "Quello che ignori è più saggio di te"

Il periodo medievale non è stato buio solo per l' uomo ma anche per il gatto, nella mentalità popolare erano infatti considerati animali demoniaci, in quanto tali subirono infatti torture e sevizie



Un' antica leggenda di origine Polacca narra di una gatta che, disperata per la fine che avrebbero presto fatto i propri cuccioli, gettati al fiume dal proprio padrone, stava manifestando tutto il suo struggente dolore con pietosi e strazianti miagolii.

I Salici, presenti sulla sponda del fiume, impietositi dalla scena atroce, tesero i loro rami verso il fiume per permettere ai gattini di aggrapparsi, così facendo li salvarono dalla triste fine.

Da allora, ogni primavera i Salici non fioriscono ma, in ricordo di quanto accaduto, si ricoprono di una morbida infiorescenza lanuginosa e di colore bianco, simile al pelo dei gattini, tali infiorescenze vengono chiamate proprio "gattini".



Giugno : il solstizio d'estate e le erbe di san Giovanni.

Al solstizio d'estate, quando il sole raggiunge la sua massima inclinazione positiva rispetto all'equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso, comincia l'estate
Tale giorno era considerato sacro nelle tradizioni precristiane ed ancora oggi viene celebrato dalla religiosità popolare con una festa che cade qualche giorno dopo il solstizio, il 24 giugno, quando nel calendario liturgico della Chiesa latina si ricorda la natività di San Giovanni Battista.
E nella festa di San Giovanni convergono i riti indoeuropei e celtici esaltanti i poteri della luce e del fuoco, delle acque e della terra feconda di erbe, di messi e di fiori.
Tali riti antichi permangono, differenziandosi in varie forme, nell'arco di duemila anni, benché la Chiesa ostinatamente abbia tentato di sradicarli, o perlomeno di renderli meno incompatibili con la solennità e si esauriscono soltanto con la sistematica repressione dei governanti laici dell'Italia unita: nelle zone rurali si mantengono tuttavia i riti più semplici e naturali, propri della società contadina e pastorale.
Tutte le leggende si basano su di un evento che accade nel cielo : il 24 giugno il sole, che ha appena superato il punto del solstizio, comincia a decrescere, sia pure impercettibilmente, sull'orizzonte : insomma, noi crediamo che cominci l'estate, ma in realtà, da quel momento in poi, il sole comincia a calare, per dissolversi, al fine della sua corsa verso il basso, nelle brume invernali. Sarà all'altro solstizio, quello invernale, che in realtà l'inverno, raggiunta la più lunga delle sue notti, comincerà a decrescere, per lasciar posto all'estate.
E' così che avviene, da millenni, la corsa delle stagioni.
Nella notte della vigilia di San Giovanni, la notte più breve dell'anno, in tutte le campagne del Nord Europa l'attesa del sorgere del sole era (è ?) propiziata dai falò accesi sulle colline e sui monti, poiché da sempre, con il fuoco, si mettono in fuga le tenebre con le tenebre e con esse gli spiriti maligni, le streghe e i demoni vaganti nel cielo. Attorno ai fuochi si danzava e si cantava, e nella notte magica avvenivano prodigi : le acque trovavano voci e parole cristalline, le fiamme disegnavano nell'aria scura promesse d'amore e di fortuna, il Male si dissolveva sconfitto dalla stessa forza di cui subiva alla fine la condanna la feroce Erodiade, la regina maledetta che ebbe in dono il capo mozzo del Battista. Nella veglia, tra la notte e l'alba, i fiori bagnati di rugiada brillavano come segnali ; allo spuntar del sole si sceglievano e raccoglievano in mazzi per essere benedetti in chiesa dal sacerdote. Bagnarsi nella rugiada o lavarsene almeno gli occhi al ritorno della luce era per i fedeli cristiani un gesto di purificazione prima di partecipare ai riti in chiesa.
La rugiada ricordava il battesimo impartito dal Battista nel Giordano, le erbe dei prati e dei boschi riproponevano l'austera penitenza di Giovanni nel deserto prima della sua missione di precursore del Messia. Anche in Valsesia ritroviamo l'usanza dei falò, del lavacro con la rugiada e della benedizione in chiesa del mazzo di erbe e di fiori. Conservate gelosamente in casa, portate all'alpeggio in estate - verso il quale da molti paesi si partiva la stesso giorno del 24 di giugno - le erbe benedette riconsacravano la baita di montagna lasciata l'anno prima mantenendo tra le famiglie dei pastori un legame con la sacralità della festa e del rito d'inizio d'estate. Al ritorno dall'alpe, quelle stesse erbe essiccate, unite ad un ramo di olivo e ad uno di ginepro, venivano bruciate nella stalla a protezione degli animali. Non a caso, dunque, il precursore di Cristo, rappresentato con l'Agnello mistico e vestito da eremita, pastore del deserto, fu assunto dai pastori come patrono privilegiato fino dai primi secoli cristiani.



Ed ancora le donne si recano in processione, recando con loro i fiori da benedire.
I fiori di San Giovanni, dunque : l'artemisia, l'arnica ; le bacche rosso fuoco del ribes ; la verbena, della quale è credenza diffusa che, colta a mezzanotte della vigilia di San Giovanni, costituisca un'infallibile protezione contro i fulmini, ed è conosciuta in Bretagna come "erba della croce", perché si ritiene che protegga chi la porta con sé da qualsiasi male ed anche come "erba della doppia vista" perché il berne un infuso facilita la visione di realtà altrimenti nascoste.
E l'erica, la pianticella sottile.
L'erica è un fiore delle nevi e dei terreni poveri ed ostili. Infatti, il suo nome deriva dal verbo greco "ereiko", spezzo, rompo, proprio perché l'erica è più forte della dura crosta di terra invernale o della neve che la ricopre, tant'è che la buca senza fatica, emergendo all'aria aperta.
I fiori dell'erica, che vanno dal bianco alle varie tonalità di rosa, assomigliano, rovesciati, ai copricapi degli elfi.

L'erica, dal nome più romantico, era tenuta in grande considerazione fin dall'antichità, tanto da essere utilizzata per costruire le scope che sarebbero servite a pulire i templi degli Dei, e successivamente, in tempi più severi, il forno dove cuocere il pane.
L'utilizzo dell'erica per costruire scope era così diffuso che, in alcune regioni, l'erica stessa viene chiamata scopa e ancora oggi, alcune località soprattutto della Toscana, dove l'erica ricopre a distesa campi e colline, vengono chiamate Scopeto, Poggio delle Scope, Pian di Sco'. Stessa origine dovrebbero avere i paesi di Scopa e Scopello, della nostra Valsesia.
Le leggende associano spesso l'erica alle Entità Fatate, facendole dimorare fra i suoi rami e sconsigliando di
sdraiarsi a dormire fra queste piantine, per non correre il rischio di essere rapiti dal mondo delle fate. Di contro, era possibile accedere ai segreti dell'Aldilà, semplicemente dormendo su un letto di erica, che è anche spesso giaciglio degli amanti in numerose leggende.
E l'erica è posta a guardia del solstizio d'estate, periodo nel quale raggiunge la fioritura più completa. Usanza derivante probabilmente dal mondo celtico, dove l'erica è collegata sia all'Aldilà sia all'amore : le api, simbolo di saggezza segreta che proviene dall'Altromondo, sono particolarmente ghiotte dei fiori di questa piantina e producono così un miele squisito, da sempre legato a riti e significati di immortalità e di rinascita.
E ancora, tipico della notte di San Giovanni, il raro, misterioso fiore della felce che cresce nella notte magica, e si dice fiorisca a mezzanotte.
La storia relativa ai fiori magici è interessante, ed è frutto di credenze molto diffuse. In Boemia, ad esempio, si crede che il fiore della felce risplenda come l'oro, o come il fuoco, nella notte di San Giovanni : chiunque lo possieda in questa magica notte, e salga una montagna tenendolo in mano, scoprirà una vena d'oro, e vedrà brillare di fiamma azzurra i tesori della terra.
In Russia, i contadini raccontano che chi riesce ad impadronirsi del meraviglioso fiore nella vigilia di San Giovanni, se lo getta in aria, lo vedrà ricadere per terra nel punto preciso dove è nascosto un tesoro. Pare che questo fiore fiorisca improvvisamente, talvolta, a mezzanotte precisa della magica notte del solstizio d'estate ; e, sempre in Russia si racconta che chi abbia la fortuna di cogliere l'istante di quella fioritura improvvisa, potrà nello stesso tempo assistere a tanti altri spettacoli meravigliosi : gli sarebbero apparsi tre soli, e una luce avrebbe illuminato a giorno la foresta, e avrebbe udito un coro di risa, ed una voce femminile chiamarlo. IL fortunato a cui accade tutto questo non deve spaventarsi : se riesce a conservare la calma, raggiungerà la conoscenza di tutto ciò che sta succedendo o succederà nel mondo. Anche se resta da vedere se quest'ultima sia una buona magia.
Ma anche il seme della felce, che si vuole risplenda come oro nella notte di San Giovanni, non diversamente che dal magico fiore, farebbe scoprire i tesori nascosti nella terra : i contadini del Tirolo credono che alla vigilia di San Giovanni si possano veder brillare come fiamme i tesori nascosti e che il seme della felce raccolto in questa mistica notte possa portare alla superficie l'oro celato nelle viscere della terra. Nel cantone svizzero di Friburgo, il popolo usava un tempo vegliare vicino ad una felce la notte di San Giovanni, nella speranza di guadagnare il tesoro che qualche volta il diavolo in persona portava loro.
Un altro fiore, questo facilmente rintracciabile e che appare d'oro anche ad occhio nudo, è legato nella memoria popolare al solstizio d'estate. La densità della sua fioritura è tale da risaltare sulle grandi distese, come una gran macchia di colore giallo oro misto a rame ; i fiori infatti, così numerosi e brillanti, durano poco, un giorno soltanto, e subito appassiscono e assumono un colore rosso ruggine. Si tratta dell'iperico, un fiore dei campi che è detto erba di San Giovanni, perché anticamente chi si trovava per strada la notte della vigilia, quando le streghe si recavano a frotte verso il luogo del convegno annuale, se ne proteggeva infilandoselo sotto la camicia insieme con altre erbe, dall'aglio, all'artemisia, alla ruta. IL suo stretto legame col Battista sarebbe testimoniato dai petali che, strofinati tra le dita, le macchiano di rosso perché contengono un succo detto per il suo colore "sangue di San Giovanni". E' davvero difficile risalire alla motivazione di questo accostamento - perché il Battista e non un altro martire ? - se non forse il fatto che l'iperico è un fiore che si accontenta di poco, per sopravvivere, e vive anche nei climi desertici, come fece un tempo Giovanni il Battista.
Nelle leggende si parla anche di un 'erba piccolissima e sconosciuta, detta Erba dello Smarrimento. Si dice che essa venisse seminata dalle Fate e dai Folletti nei luoghi da loro frequentati e, calpestata, avrebbe allontanato dalla retta via il malcapitato. A questa leggenda si intreccia quella, di origine tedesca ma alquanto diffusa nel biellese, che, se taluno passa vicino alla magica fioritura della felce, nella notte di San Giovanni, senza raccogliere il seme che la pianta lascia cadere, sarà condannato a smarrirsi per via, anche se percorre strade a lui note.
Altrettanto conosciuta era l'Erba Lucente, che consentiva, se portata sul corpo, di vedere la verità delle cose senza mascheramenti o inganni. Poiché quest'erba era invisibile agli uomini, ma non ai bovini domestici, la si poteva raccogliere solo seguendo un vitello al suo primo pascolo, oppure le mandrie, nella notte di San Giovanni. Si raccontava infatti che in quelle occasioni i bovini mangiassero solo quell'erba, dando così la possibilità a chi proprio lo desiderava di individuarla. Le vecchie storie non tramandano cosa accadesse agli incauti che ci riuscivano, cui da allora, conoscendo ogni verità, era negata la possibilità dell'illusione.

mercoledì 17 settembre 2008

LA LEGGENDA DEL DREAM CATCHER SECONDO LA CULTURA DEI CHEYENNE


Molto tempo prima che arrivasse l’uomo bianco, in un villaggio cheyenne viveva una bambina il cui nome era Nuvola Fresca. Un giorno la piccola disse alla madre, Ultimo Sospiro della Sera:” quando scende la notte, spesso arriva un uccello nero a nutrirsi, becca pezzi del mio corpo e mi mangia finché non arrivi tu, leggera come il vento e lo cacci via. Ma non capisco cosa sia tutto questo”.

Con grande amore materno Ultimo Sospiro della Sera rassicurò la piccola dicendole: “le cose che vedi di notte si chiamano sogni e l’uccello nero che arriva è soltanto un’ombra che viene a salvarti” Nuvola fresca rispose: “ma io ho tanta paura, vorrei vedere solo le ombre bianche che sono buone”.

Allora la saggia madre, sapeva che in cuor suo sarebbe stato ingiusto chiudere la porta alla paura della sua bimba, inventò una rete tonda per pescare i sogni nel lago della notte, poi diede all’oggetto un potere magico: riconoscere i sogni buoni, cioè quelli utili per la crescita spirituale della sua bambina, da quelli cattivi, cioè insignificanti e ingannevoli. Ultimo Sospiro della Sera costruì tanti dream catcher e li appese sulle culle di tutti i piccoli del villaggio cheyenne. Man mano che i bambini crescevano abbellivano il loro acchiappasogni con oggetti a loro cari e il potere magico cresceva, cresceva, cresceva insieme a loro… Ogni cheyenne conserva il suo acchiappasogni per tutta la vita, come oggetto sacro portatore di forza e saggezza.

Ancora oggi, a secoli di distanza, ogni volta che nasce un bambino, gli Indiani costruiscono un dreamcatcher e lo collocano sopra la sua culla. Con un legno speciale, molto duttile, plasmano un cerchio, che rappresenta l'universo, e intrecciano al suo interno una rete simile alla tela del ragno. Alla ragnatela assegnano quindi il compito di catturare e trattenere tutti i sogni che il piccolo farà. Se si tratterà di sogni positivi, il dream catcher li affiderà al filo delle perline (le forze della natura) e li farà avverare. Se li giudicherà invece negativi, li consegnerà alle piume di un uccello e li farà portare via, lontano, disperdendoli nei cieli...

lunedì 15 settembre 2008

"ma perché proprio a me"?!?

E già… alle volte ci si domanda "ma perché proprio a me"?!?eppure non si trova mai risposta.. o per lo meno una risposta soddisfacente.. e allora si continua sempre imperterriti a sbattere la testa contro il muro, alla ricerca di un qualcosa che noi stessi per primi sappiamo che non esiste..

E ti chiedi "ma cosa ho fatto di male?!dove ho sbagliato?!" e allora cerchi di addossarti mille colpe.. colpe non tue.. colpe di cose che tu non hai mai fatto, però questo ti rimane sempre l’unico motivo per cercare di dare una spiegazione, trovare un motivo valido, perché è questo ciò che vuole il tuo cervello.. sapere il perché.. e allora tiri un lieve sospiro di "sollievo", che è più che altro rammarico, sconforto.. delusione..

E cominci a ripensare a tutti i giorni passati insieme, scandendo nella tua mente ogni singolo istante, ogni momento, ogni secondo durante i quali ti sei sentito veramente felice. E rifletti… le mille promesse, le dolci parole, gli attimi rubati, i baci che nascevano da un tuo sorriso e morivano sulle sue labbra.... E vorresti piangere.. sì esatto, piangere.. ma non devi, non puoi farlo, cosa penserebbe chi ti vede? Lacrime, roba da persone fragili, senza carattere, con poca autostima… ecco cosa pensa chi ti vede piangere… eppure a te non interessa, perché da qualche ora, non sei più tu… non siete più "voi".. e la voglia di piangere aumenta, sempre di più.. cresce vertiginosamente insieme alla rabbia, al desiderio di spaccare tutto, urlare, scappare e andare lontano. e allora qualcosa ti scava dall’interno dello stomaco, sale sempre di più, arriva in gola, e poi? poi si blocca.. un nodo… un muro insormontabile che neanche il tuo dolore riesce a superare… e allora ti innervosisci sempre di più, perché tu vuoi piangere… devi piangere!! devi farlo assolutamente, per liberare la tua rabbia, la delusione, le tue emozioni, che ancora tieni salde al cuore… eppure nulla, non una lacrima… sembra quasi uno scherzo maligno del destino… lacrime mai versate… lacrime che forse erano già fluite in passato, ed ora ormai non esistono più… E vorresti parlare con qualcuno… cercare conforto nelle parole di chi veramente ti vuole bene, ma sai che non servirebbe a nulla, perché nessuno ti capisce… nessuno può farlo, perché nessuno soffre come te anche se sai che non è la verità, ti senti la persona più sofferente del mondo, fragile, indifesa… e finisci con il domandarti se ne valga la pena, se tutto quello che avete passato assieme è "degno" di una tale sofferenza…

Le mie passioni -Gothic Fairy Vampire-


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